Ciurmino e Proviani adesso si stanno comprando
l’appartamento nuovo mentre altri si accontentano di accendere la luce delle
scale.
Che vi devo dire.
Sono dispiaciuto ma si troveranno un altro lavoro.
D’altronde il tempo non passa mai.
Pensavo che i neutrini perdessero la sfida con i cretini ma
aveva ragione il famoso fisico africano Budongo: il pensiero di un vettore nel tunnel viaggia dove meno te l’aspetti, suppongo.
-Pronto ciao Gigio ti va di andare in bici da mia nonna in
montagna e dormiamo su?
-Fii ma sei matto, sono 50 km e 20 di salita!
-Chissenefrega…insomma…hai la bici?
-Si senza cambio..
-Anch’io…ti passo a prendere alle 10.
-Ok
Passai prima dalla mora tettona per dirle che domani saremmo
andati al mare in treno.
Si parte
Un aria frizzantina di settembre, senza una nuvola in giro e
gran mal al culo dopo 20 km.
-Porcocan ci fermiamo a mangiare un panino?
-Va bene all’Osteria della Prugna?
-Fiii sii!
Il panino lo diedi al minicane che ci rompeva i coglioni da
sotto il tavolo.
Ripartimmo.
Dopo dieci km di salita passò un camionista.
-Su ragazzi saltate sul cassone dai!!
-Orc..grande… subito!!
-Grazie scendiamo qui! Fii.. la nonna non c’è che facciamo?
-Doccia e andiamo al bar.
Dopo mezz’ora eravamo in dieci della cumpa di città.
Forse era il fiuto, un caso o i segnali di fumo, ma
c’eravamo tutti nel paese di mia nonna.
Ed erano i migliori amici.
-Si fa una briscola e stasera una grigliata?!
Boato.
-Bon, fuori mille lire a testa
-Chi le ha?
-Io no e tu?
-No
-Ragazzi pago io stavolta. Disse Attila
Attila aveva due Mercedes, un Alfasud, una Bmw una Honda
1000 ed un Ford Transit che aveva appena rimesso in ordine e l’aveva portato
quel giorno in paese. Era l’esatto opposto dei suoi genitori.
Grande Attila. Caduto purtroppo.
Alle sei del pomeriggio eravamo tutti davanti al camino,
ognuno con il suo salamino infilzato a rosolare.
Panter stappava il Lambaro
frizzante e giù di scodella.
Teddy e Dome addetti al fuoco. Anello e Beppe al rullo.
-Stasera che si fa?
-Gente ho sentito che c’è un concerto in discoteca a
Giamboraro di un gruppo nero, andiamo? Disse Raffo.
La parola disco ti
procurava già un orgasmo, nessuno che abbia chiesto chi fosse il gruppo e che
si doveva ritornare in pianura.
Le braciole potevano rimanere in frigo ad
aspettare e si respirava un profumo di prolattina.
-Come ci andiamo?
-Giacomino ha la macchina ed Attila il furgone
-Si ma siamo in dieci!
-Bene cinque da Giaco e cinque da Attila.
-Ma sul furgone si può andare in due e sono 50 km!!
-Allora facciamo sei sul furgone quattro da Giac perché
altrimenti si sta troppo stretti.
Partenza alle otto.
Rimarrà un mistero perché tutti abbiamo preso un Unicum al bar.
Ovviamente mi trovavo nel Transit e la differenza con un
bancale era minima.
Bella pure la nebbia che si era creata all’interno.
Cazzo alle nove e mezza eravamo già al Turbo di Giamboraro
che era gigantesco ed il concerto iniziava alle 22.30.
Notai per la prima volta il nome su un cartellone ma non
c’era il viso.
-Ah si quello che ha fatto l'ultima…boh
Mi ricordavo le facce di tutti quelli dei Temptations perchè
avevo un loro disco ma ascoltavo solo rock, Bee Gees, Donna Summer e Gloria
Gaynor in pista.
Eravamo praticamente i primi.
Pochissima gente ed il tempo giusto per agganciare un gruppo
di ragazze prima che arrivassero altri.
-Vado a prendere un birra ci si vede dopo.
Mi si affiancò nel cammino una piccola figura mentre al
bancone del bar non c’era nessuno.
Non sono alto assolutamente ma il tizio che avevo di fianco,
cazzo, era più basso di me!
Non era nero ma neronero e pure vestito di nero.
-Sarà del gruppo?! pensai.
Ci sedemmo uno accanto all’altro, di fianco.
Arrivò subito la barista e ci portò due birre senza che le
dicessi nulla.
Il nero si girò, sorrise ed io alzai il bicchiere.
Sorriso uguale risata.
-Cin
Non so se la barista mi avesse scambiato per uno della band,
fatto sta che la birra non la pagai.
O forse la mise sul suo conto…….!!
Tornai dai miei amici e poco dopo andai sotto il palco.
Era arrivato un discreto pubblico ma, per la grandezza del
locale, sembravamo in pochi.
Mi piazzai proprio
sotto l’asta del microfono, con un palco alto mezzo metro e distante da lui un
metro.
Quando entrò presentato da Danny lo riconobbi! -Ehi Ciunni era con me al bar cazzo fiii!
Due batterie e un orchestra al seguito.
Anni dopo mi accorsi che non era più quello di dieci anni
prima, ma le sue volate con le gambe ed i piedi a raffica erano micidiali.
Per non parlare dell’asta del microfono che mi sfiorò una
decina di volte la capoccia, ma sempre ripresa a rima. Forse mi prendeva per il
culo.
Grande musica.
Un nervo scoperto era più calmo..
Tornammo a casa in montagna alle due di notte che all’epoca
equivalevano ad una notte in bianco.
Al mattino mi svegliai e con Gigi ritornammo a casa in bici.
L’aria era sempre frizzantina ma d’ora in poi più
funkcazzeggiante. Lascio immaginare.
Ero contento di rivedere le tette della mora e la strada era tutta in discesa.
Leggevo che Scarnitti ha rinunciato alla presenza in chiave
metaforica sulla sua ampiezza professionale. Non mi ricordo gli anni passati
alla ricerca di un farcomino gigante, ma potevo prevedere la grandezza della
spiaggia.
Finalmente anche facciaemmerda si è alzato dal suo posto e
ha paupulato che si tirerà un calcio nei batacchi e, risalendo con il naso,
impiegherà un anno a saltare sui zulfoni.
Ecco quello che ho capito sulle manovre e qualche
sprovveduto verrà lasciato ricurvo con la luce nel buco.
Si troveranno ruschi per far passare i tronchi e la banchina
si allargherà nel mondo per ricadere
fritta e dorata al tungsteno.
Arriva l’anniversario del melograno. O grama la voglia di
far danni e lasciar processi a Ussuininu e Momandi per non parlare di scassi
nati alla Bernica.
Tutto non torna e presto si rifaranno alabastri di arbastro per i
complici e gli strafotti rimarranno delusi.
Attivi tanto per gridare ma a cose chiuse tutto ritorna.